Michele Serra: L'amaca di sabato 15 novembre 2008

17 Novembre 2008
Dopo la rana crocifissa, adesso è la femmina crocifissa a meritarsi le allibite rampogne di quelli che una volta si chiamavano benpensanti. Un paio di assessori della giunta Moratti non vogliono che la crocifissa (manifesto di una campagna contro la violenza sessuale) sia esposta sulla pubblica via. Effettivamente, l’immagine un aspetto urtante ce l’ha: è troppo "glamour" per una campagna sociale. Non di questo, è ovvio, si preoccupano gli aspiranti censori (Milano nel glamour sprofonda da anni), ma dell’ennesima replica "non autorizzata" di uno spettacolo - il martirio di Cristo - che è da una quindicina di secoli il più rappresentato della nostra civiltà. Come ogni archetipo, la crocifissione è fonte di quasi infinite letture: in una chiesa della Navarra ho visto dipinto un Cristo con gonnella plissettata (seconda metà del Seicento) che avrebbe fatto la gioia di un musical gay, eppure i fedeli davanti al quadro si segnano devotissimi. E perfino la rana crocifissa di Bolzano, orribile e grevemente parodistica, acquista un suo minimo charme solo perché è crocifissa. La croce, per quanto dura e crudele sia la sua funzione, segna e nobilita il suo passeggero, sia una rana, un dio, una donna nuda. Mette in fuga solamente vampiri e satanassi: solo i malvagi si turbano quando la vedono. Possibile che assessori e censori accettino di essere assimilati a vampiri e satanassi?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…