L’acqua che mangiamo: cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo

17 Dicembre 2018

L’animazione culturale della Centrale dell’Acqua di Milano promossa da MM Spa e curata da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli trova espressione in un ciclo di seminari dedicati ai temi dell’acqua e della sostenibilità, i Talk in CentraleIl centro di ricerca di viale Pasubio a Milano, insieme ad MM Spa, si pone come obiettivo una riflessione sulla risorsa naturale  “acqua” e sulle pratiche di buona gestione.

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Quanta acqua usiamo, a testa, ogni giorno?

I dati che più comunemente risuonano nella nostra testa, spesso rilanciati durante la Giornata Mondiale dell’Acqua, sono nell’ordine delle centinaia di litri: in Italia il consumo di acqua ammonta a circa 152 metri cubi per abitante (il più alto in Europa), superando la Spagna con 127 metri cubi, il Regno Unito con 113 metri cubi e la Germania con 62 metri cubi. Eppure questi dati, pur aggiornati, rappresentano solo una parte dei nostri consumi, ovvero quella legata ai prelievi diretti come il consumo alimentare e quello domestico. Per capirsi, stiamo parlando dell’acqua che sgorga direttamente dai nostri rubinetti domestici o dalle bottiglie, che usiamo per cucinare, lavarci o per bere. Ma l’acqua che consumiamo è molta di più di quanto crediamo: questo contenuto nascosto è chiamato acqua virtuale, ovvero il volume di acqua impiegato durante il processo produttivo degli alimenti. Un contenuto che facciamo fatica a percepire, perché è difficile stabilire quanta acqua serva per coltivare una patata durante tutta la sua vita, allevare un manzo per la macellazione oppure per produrre un paio di jeans. Facciamo allora qualche esempio: per portare in tavola una tazzina di caffè occorrono 140 litri d’acqua, 2.400 per un hamburger, 2.700 per produrre una t-shirt e 4.600 litri per una bistecca di bovino. In questo modo calcolare i nostri consumi reali e virtuali è più immediato: in Italia, mediamente, beviamo circa due 2 litri di acqua al giorno, ne usiamo circa 150 litri per i nostri consumi, ma ne consumiamo – letteralmente “mangiandoli” – circa 6.400 litri ogni giorno ben più nascosti.

Francesca Greco, ricercatrice del London Water Research Group, è co-autrice del saggio “L’acqua che mangiamo – Cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo (2013)”, dove il racconto della problematica idrica e le sue implicazioni sociali, politiche ed economiche viene fatto attraverso un approccio multidisciplinare, quasi a creare un ponte tra la ricerca scientifica sui temi della sostenibilità ambientale e gli aspetti pratici che riguardano la nostra vita quotidiana. Insieme alla Dott.ssa Greco interverrà Cinzia Scaffidi, giornalista, formatrice e docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che mostrerà come le nostre scelte a tavola siano fondamentali per un uso sostenibile delle risorse alimentari e idriche.

Biografie dei partecipanti

Francesca Greco è membro del London Water Research Group dal 2003 – gruppo coordinato dal professor Tony Allan; è esperta di politiche idriche internazionali: ha servito le Nazioni Unite per 8 anni in qualità di “programme officer” presso il Programma delle Nazioni Unite per la Valutazione delle Acque (United Nations World Water Assessment Programme – UN WWAP UNESCO) e precedentemente in qualità di volontaria delle Nazioni Unite presso l’ufficio UNESCO di Accra (Ghana). Ha condotto ricerche sulle acque sotterranee e sulle dispute idriche in Medio Oriente, sui flussi di acqua virtuale a livello globale, sul diritto all’acqua. Per UNESCO si è occupata del rapporto tra acqua e ruoli di genere nel monitoraggio delle risorse idriche nell’ottica degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU (2015-2030). I suoi ambiti di interesse sono focalizzati sul rapporto acqua-diritti-ambiente e sul nesso tra cibo, acqua e commercio globale, attraverso lo studio dei flussi di acqua virtuale e dell’impronta idrica delle società. È co-autrice del volume L’acqua che mangiamo (Edizioni Ambiente, 2013), tradotto in inglese da Springer come The Water We Eat, edizione che ha raggiunto più di 18000 download a livello globale.

Cinzia Scaffidi è giornalista, formatrice e docente. Si occupa di “global issues” legate al cibo: dall’ambiente alla salute pubblica, dalla sostenibilità ai diritti di consumatori e produttori. Insegna presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e le sue più recenti pubblicazioni sono: Mangia come parli. Come è cambiato il vocabolario del cibo (Slow Food Editore, 2014); La green economy in Valle d’Aosta (a cura di Massimo Leveque, Franco Angeli 2014); In viaggio per cibo e vino. Opportunità per un nuovo turismo integrato (a cura di Roberta Garibaldi, Aracne Editrice, 2017); Il Pesce (Slow Food Editore 2017); Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali (Slow Food Editore 2018)A gennaio 2019, per il medesimo editore, uscirà Il mondo delle api e del miele.

L’acqua che mangiamo: cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo