Ripercorriamo le tappe più importanti della carriera di una scrittrice capace di fare breccia nel cuore dei lettori.

Nata a Lima nel 1942 ma vissuta in Cile per oltre trent’anni, fino al golpe di Pinochet, Isabel Allende inizia la propria carriera come giornalista, affinando fin da subito uno stile di scrittura diretto e non privo di una vena d’ironia. Si trasferisce in seguito in Venezuela, dove inizia a scrivere La casa degli spiriti, appena uscito in edizione speciale con prefazione inedita dell’autrice. Si tratta dell’opera che la consacra nell’Olimpo della narrativa e che ancora oggi è annoverata fra i romanzi più amati della scrittrice: al tema della famiglia, centrale nella poetica di Allende, si intreccia quello della memoria, in una commistione fra realtà e invenzione che diventa cifra stilistica di un’autrice capace di partire dai propri ricordi per inventare veri e propri mondi. La casa degli spiriti è un romanzo familiare che nasce sotto forma di lettera indirizzata al nonno ormai prossimo alla fine, ma non è che l’inizio di una carriera costellata di successi.

“Quel libro ebbe per me l’effetto di un tornado: mi sollevò in aria, mi scosse fino al midollo, mi strappò da un’esistenza mediocre e mi lanciò verso un orizzonte aperto di infinite possibilità,” racconta l’autrice nella prefazione, ed è difficile non leggere in queste parole un forte senso di riconoscenza verso le possibilità creative date dalla scrittura: nel corso della propria lunga carriera, Isabel Allende è stata capace di scrivere ispirandosi al proprio vissuto difficile (come dimostra Paula, racconto toccante della malattia fatale della figlia), ma anche a figure storiche realmente esistite, come accade in Inés dell'anima mia, basato sulla vita della prima spagnola ad aver raggiunto il Perù, e ne L'isola sotto il mare, storia della vita di una schiava nella Santo Domingo del Settecento.

Eppure, Isabel Allende ha saputo misurarsi anche con la letteratura per bambini e ragazzi: oltre a Le avventure di Aquila e Giaguaro, l’autrice è da poco tornata in libreria con La ninfa di porcellana, un tenero albo illustrato che rielabora il mito di Pigmalione raccontando la meraviglia insita alle più piccole cose. Al centro della storia c’è infatti un timido copista abituato a condurre una vita monotona e grigia, il quale un giorno si imbatte in una misteriosa bottega dove la statua di una ninfa prende vita.

La letteratura di Isabel Allende mette al proprio centro personaggi femminili forti e indimenticabili, capaci di ammettere le proprie fragilità senza per questo lasciarsi abbattere dai duri colpi del destino: come accade al personaggio di Violeta, che da ragazzina si trova bruscamente costretta a cambiare paese e stile di vita quando la famiglia perde tutto a causa della Grande Depressione. Tra tormenti amorosi, povertà, piccole gioie e grandi dolori, Violeta diventerà grande sullo sfondo di una nazione percorsa da gravi sconvolgimenti politici e sociali.

Eppure la stessa forza d’animo che si trova nelle protagoniste dei romanzi di Isabel Allende si ritrova anche nelle vicende personali dell’autrice, che nella prefazione alla nuova edizione de La casa degli spiriti riflette retrospettivamente sul proprio passato e afferma “Negli ultimi quarant’anni ho vissuto perdite, dolori e lutti, ho cambiato paesi e mariti, e ho anche accumulato molto successo, cosa che di solito confonde le persone; ma niente mi ha fatto perdere il mio centro, perché la scrittura è la mia bussola. Tutto ciò che mi fa soffrire finisce per trasformarsi nell’alchimia della letteratura.”.

Grande attesa quindi per l’ultimo romanzo di Isabel Allende, Il vento conosce il mio nome, in uscita il 12 settembre.

Intrecciando passato e presente, il libro affronta il tema dell’amore, dello sradicamento e della speranza, raccontando le vicende di due personaggi indimenticabili, entrambi alla ricerca di una famiglia: nel primo piano temporale siamo nella Vienna del 1938 e il piccolo Samuel Adler è un bambino ebreo il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli. Per salvarlo, la madre lo fa salire su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra, e per Samuel inizia una nuova vita, gravata dal peso dell’incertezza e della solitudine.

Nel secondo piano temporale del romanzo si parla del viaggio di Anita Díaz, che fugge dal Salvador cercando rifugio negli Stati Uniti insieme alla madre. Il loro arrivo coincide però con la nuova politica di separazione famigliare e la bambina si ritrova sola e spaventata in un centro di accoglienza, trovando conforto solo nella propria fervida immaginazione.

Il vento conosce il mio nome di Isabel Allende

Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli, quando la sua famiglia perde tutto. La madre, per salvarlo, lo mette su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra. Per Samuel inizia così un…

Isabel Allende

Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in …