Tra tutti i sentimenti, l’amore è forse quello più difficile da definire.
Ci provano però i poeti, che da migliaia di anni con i loro versi tentano di individuare la radice stessa di un simile legame.

Nell’introduzione che apre Non a te nudo amore, la raccolta di componimenti curata da Massimo Recalcati e Nicola Crocetti, lo psicanalista sottolinea come la poesia sia “la sola educazione sentimentale possibile”, “la sola porta d’entrata al mistero inaccessibile di Eros”. Un mistero che la scienza ha tentato spesso di penetrare, provando a ridurre l’esperienza del sentimento romantico a un’ondata di neurotrasmettitori, primi fra tutti dopamina, ossitocina e serotonina, sebbene – come aveva ben capito lo scrittore Rainer Maria Rilke  – questo sentimento sia in sé indefinibile.

Nella poesia Passeggiata notturna, fra le prime che aprono Non a te nudo amore, il poeta scrive:

Niente è paragonabile. Esiste forse cosa
che non sia tutta sola con sé stessa e indicibile?
Invano diamo nomi, solo è dato accettare
e accordarci che forse qua un lampo, là uno sguardo
ci abbia sfiorato, come
se proprio in questo consistesse vivere
la nostra vita.

Se non ci si può rivolgere alla biologia né alla psicanalisi – lo stesso Massimo Recalcati lo sconsiglia, dal momento che la psicanalisi “tenderebbe a ridurre questo mistero alla ripetizione inesorabile dell’amore per la madre” – non resta che affidarsi ai poeti, per i quali l’amore è considerato alla stregua di un avvenimento catastrofico. Scrive Recalcati: “l’incontro d’amore è un colpo, un urto, un taglio, talvolta una catastrofe persino, che ci spoglia del nostro Io sottraendoci all’ordine rassicurante della realtà canonica.”

Un simile sentimento lo esprime bene Edoardo Sanguineti, che in un’altra delle poesie selezionate nella raccolta, in un componimento dal titolo Corollario 6, scrive:

se mi stacco da te, mi strappo tutto:
ma il mio meglio (o il mio peggio)
ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una
colla, un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici
e i polmoni)

Secondo Massimo Recalcati, l’incontro con l’altro fa sì che entri in gioco non solo “il destino dell’Uno che deve scoprirsi come Due, ma del mondo stesso. La nascita di un amore non può prescindere dalla nascita di un altro mondo, di un nuovo mondo”. Un mondo in cui ci si può affidare alla propria altra metà, perché completi le parti manchevoli di noi.

Lo diceva bene Eugenio Montale nella sua celeberrima poesia:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eppure, nel definire l’amore non si può prescindere dalla componente dell’Eros. Ancora Recalcati afferma: “Un’altra lezione che possiamo trarre dalle poesie d’amore è che non esiste amore tra anime perché l’amore è sempre un amore tra corpi”.

Prova ne siano, su tutte, le parole della poetessa contemporanea Viola Vochic:

Toccami,
il corpo solo in apparenza tace,
se passi una mano sulla pelle
torna l’arancio della brace.

L’amore non è solo desiderio, però. Nell’introduzione a Non a te nudo amore, Massimo Recalcati parla anche dell’importanza della cura fra innamorati, identificando l’amore come un sentimento che si coltiva con l’attenzione e l’ascolto.

In una delle poesie più belle della raccolta, Franco Arminio scrive:

La prima volta non fu quando ci spogliammo ma qualche giorno prima,
mentre parlavi sotto un albero.
Sentivo zone lontane del mio corpo
che tornavano a casa.

Nel corso dei secoli cambia il modo in cui si vede l’amore, e la poesia più moderna e contemporanea si apre a componimenti che non sono scevri di ironia e disincanto, come dimostra Edna St Vincent Millay che in alcuni dei versi più cinici della raccolta sostiene:

Tra breve io ti scorderò, mio caro,
perciò assapora il tuo piccolo giorno,
mese, o semestre, e godi quanto puoi;
sia che ti scordi, o ti lasci, od io muoia,
tra di noi finirà; col tempo, dico,
ti dimenticherò, comunque ora,
se m’incanti con splendide menzogne,
ti assicuro la mia miglior promessa.
Anch’io vorrei che gli amori durassero
e non fossero inezie i giuramenti,
ma tant’è, la natura si è ingegnata
fin qui di perpetuarsi senza sosta –
che noi troviamo o no quel che cerchiamo
è, biologicamente, irrilevante.

Perché l’amore è fatto anche di compromessi e affettuosa tolleranza dei difetti dell’altro, come interpretano bene i versi della scanzonata poesia di Wendy Cope sul finire della raccolta:

Perché quando metto una collana e gli chiedo se mi sta
bene risponde: “Sì, se No vuol dire provarne altre tre”.

Massimo Recalcati

Massimo Recalcati, psicoanalista tra i più noti in Italia, dirige l'Irpa (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) e nel 2003 ha fondato Jonas Onlus (Centro di clinica psicoanalitica per i …